


uello con la scrittura è stato un corteggiamento lento e difficile, fatto di slanci improvvisi e pause inaspettate. Per molto tempo ci siamo tenuti volontariamente a distanza, come due persone che si sono sempre amate ma hanno preferito non andare oltre per paura delle responsabilità, consapevoli che poi tutto sarebbe stato diverso. Come tutti i grandi amori abbiamo rischiato di perderci più volte, ma ci siamo sempre ritrovati. Il nostro rapporto adesso è frutto di un tacito accordo, quello di incontrarci quando sentiamo il bisogno l’uno dell’altra. Per ora sta funzionando.
Ho sempre avuto grande pudore nel raccontarmi, non ho mai avuto ambizioni di notorietà e nemmeno un bisogno di condivisione così estremo per ciò che riguarda le mie emozioni. Non è mai stato facile scardinare quest’armatura, non lo è tuttora.
Scrivere è un’esigenza personale intima, a volte è uno sforzo guardarsi dentro e di questi tempi persino fuori, bisogna mettere tutto in discussione e non sempre si è disposti a fare questa fatica. Perché scrivere significa mettersi a nudo, esporsi in prima persona, mettere in mostra i propri pensieri e le proprie emozioni come in altri modi non sarebbe possibile fare.
Tante volte sono rimasto incredulo di fronte all’entusiasmo delle persone, quasi imbarazzato nel rendermi conto che si aspettassero qualcosa da me, un altro libro dentro il quale emozionarsi e magari perdersi. È una responsabilità che sicuramente non merito, ma è stato bello sentirselo dire, non per un bisogno narcisistico di compiacere il mio ego, semplicemente perché tutto questo affetto mi restituisce qualcosa in termini di vita, di felicità e, forse, persino in percezione delle mie emozioni e conoscenza di me stesso.
Ho scritto questi libri per preservare i miei ricordi e il loro entusiasmo. Uso la scrittura come una terapia per decifrare le mie emozioni, per capire e metabolizzare gli eventi della mia vita, le parole sono da sempre lo specchio fedele dei miei stati d’animo.
Non so dove nasca questa perversa necessità di scrivere, ma mi accorgo di sentire il suo richiamo tutte le volte che ho bisogno di essere sincero con me stesso.
Nei miei libri sono finiti anni di ricordi e pensieri, quelli che ho sempre tenuto accuratamente lontano dai social, un po’ per riservatezza, un po’ per paura che venissero interpretati con superficialità.
Il mio rapporto con i social è controverso, scrivo poco e per lo più cose futili, non li ho mai visti come portavoce dei miei pensieri più intimi. Sono sempre stato alla larga da certe manifestazioni pubbliche, le cose belle preferisco dirle di persona. Apprezzo invece la dignità di chi rimane in silenzio e non deve per forza buttarsi in esternazioni gratuite per il bisogno narcisistico di apparire ad ogni costo.
Per questo mi sento quasi a disagio nel proporre qualcosa di così personale, ho pensato a lungo se fossi capace di espormi in questo modo, forse perché non ho mai desiderato raccontarmi o farmi capire del tutto, se non dalle persone che amo.
Un immenso Grazie a tutti coloro hanno acquistato i miei libri ma anche a quelli che lo faranno in futuro dando fiducia non solo a ciò che ho scritto, ma anche a me.