La Cura del Tempo di Christian Barsi
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a fotografia ha il grande merito di mostrarti la vita com’era davvero, la nostra memoria infatti è sempre clemente con i ricordi, li rende meno amari di quanto fossero in realtà, tende ad addolcirli.

Per me dietro ogni fotografia c’è sempre una storia da raccontare, un’urgenza da condividere, sento tra le mani il potere di fermare il tempo e dargli il permesso di vivere per sempre. Guardare una fotografia significa vedere un’immagine dove il tempo non è mai passato, è il fermo immagine di un momento che ci permette di rivivere un’emozione per com’era allora.

Ho sempre amato la fotografia perché è creatività e tecnica allo stesso tempo, anche se considero la tecnica solamente un mezzo per esprimere al meglio quello che si vuole raccontare.

Le fotografie raccontano sempre qualcosa, ci parlano un po’ del fotografo e un po’ del soggetto fotografato. In ogni scatto c’è sempre un po’ di noi, un po’ della nostra storia, un po’ della nostra anima. Nelle foto ritrovi i tuoi slanci, le debolezze, le manie.

Personalmente ho messo tanto di me in ogni scatto che ho fatto, ma non ho mai associato la soddisfazione che ne derivava ai commenti che ricevevo dalle mie fotografie, altrimenti avrei avuto vita breve in questo mestiere. Ho sempre fotografato per me, per il piacere di farlo e di documentare certe situazioni. Per quanto possa sembrare inverosimile, le fotografie non si fanno con la macchina, ma con il cuore. La fotografia è essenzialmente amore per le persone e per i luoghi che ci stanno a cuore. Questo sentimento così forte ti fa venire voglia di fermare il tempo con uno scatto, per timore che un giorno quell’incanto non possa esserci più. La fotografia è vedere com’eravamo e non saremo più, è la

nostra storia a portata di mano.

La fotografia non è altro che una lente d’ingrandimento su ciò che quotidianamente osservo, la ricerca si fa più intima e coinvolgente a seconda del terreno che calpesta. Non mi preoccupa se esce più allo scoperto il lato emotivo del fotografo rispetto all’aspetto più giornalistico della vicenda. Non mi importa se ho rifiutato lavori ben remunerati a scapito di altri con i quali mi pagavo a malapena le spese. È un rischio che ho sempre voluto correre, perché come ha detto qualcuno più in gamba di me: “il denaro va e viene, ma la dignità, una volta persa, non torna più”.