La Cura del Tempo di Christian Barsi
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utto ormai è diventato a portata di clic, basta un secondo, non c’è più tempo da perdere, come se i sentimenti fossero interruttori, acceso e spento, ecco le modalità. Adesso basta la tua foto migliore ed un profilo fasullo per far credere agli altri che la tua vita sia migliore di quella che è in realtà.

Ho il grande terrore che la tecnologia stia rendendo i sentimenti asettici, questa cosa mi spaventa tantissimo, lo dico soprattutto da genitore. Ma anche la nostra generazione non è immune da questo nuovo modo di relazionarsi, molti miei coetanei pensano che basti scaricare una app per rifarsi una vita, si affannano per avere più followers di un loro amico, fanno a gara con degli sconosciuti per avere più like ad un post. I nostri parametri di successo sono tutti sballati, stiamo diventando accumulatori seriali di apprezzamenti a basso costo per compiacere il nostro ego. Siamo drogati di apparenza. Del resto la società vuole far passare il messaggio che è giusto essere “popolare”, altrimenti non sei nessuno. Ma la vita reale è un’altra cosa, lì bisogna aspirare ad essere pochi, un numero ristretto di persone che tenga realmente a noi, che ci sia perché il fatto stesso di esserci dà un senso alla loro esistenza.

È difficile far capire alle nuove generazioni quanto fosse bella la vita senza questa smania di rendere tutto virale. Ma siamo cambiati anche noi, inutile negarlo, sarei ipocrita se scaricassi sui giovani d’oggi questa responsabilità, anche la nostra generazione è stata bombardata dall’avvento dei social e non riesce più a farne a meno. Quante telefonate riceviamo ormai? Sono pochissime. Ci si scrive per ore su Whatsapp ma il suono della voce e il tono con cui vengono sussurrate certe parole non possono essere sostituite da un messaggio. Dall’intonazione della voce si possono capire i dubbi, le incertezze e le paure di una persona. Ormai la birra con gli amici è stata sostituita dalle chat di gruppo su Whatsapp, le lettere d’amore con i post in bacheca su Facebook, i compleanni ci vengono ricordati dalle notifiche del telefono. Stiamo regredendo, non andiamo più a fondo nei rapporti, restiamo in superficie, siamo pervasi da un’immaturità affettiva senza precedenti. La tecnologia riduce le distanze, è vero, ma è deprimente constatare che ci stiamo allontanando nonostante tutti questi nuovi mezzi per avvicinarci.