Un giorno di Ordinaria Malinconia
«L

a borsa è ancora aperta, intravedo la lettera, passo delicatamente la mano su quella busta ingiallita come se potessi darle vita con quel piccolo gesto. L’istinto, a volte, è più forte di ogni privazione ti possa imporre. In un secondo lascio perdere tutto, la paura di soffrire, il rancore, il timore di quelle parole che scaveranno nella mia anima fino a diventare cenere. Mi arrendo. E trovo quasi conforto in questo abbandono. Leggo le parole che Carlo aveva scelto per me, le scorro con gli occhi finché una lacrima si posa delicatamente sulla carta. Non mi sono nemmeno resa conta di piangere, ormai le emozioni sono staccate dal mio corpo, sono entità estranee, esseri alieni in cerca di identità. Alzo la testa e con le dita sfioro le mie guance affinché altre lacrime non inumidiscano la lettera. Anche i ricordi tristi meritano rispetto.»